martedì 4 marzo 2008

CHE POSSA PIOVERE

Lo spettacolo si è svolto in occasione della festa della donna e il testo è legato a questo argomento, si tratta di un piccolo episodio di emarginazione dei tanti che invece rimangono nascosti.
Questo è il racconto di ciò che è avvenuto realmente in un bar, la notte di Natale del 2002. a Nadia, tenera donna ucraina, arrivata in Italia sette anni fa, da sola, a sudarsi il futuro – altrimenti spezzato – dei suoi figli.


“ La Messa è finita. Andate in pace”. La folla si mosse lentamente avviandosi all’uscita e sciamò, colmando il pur vasto spazio del sagrato della basilica. Il grande abbraccio di piazza S. Pietro li accolse e le strinse tutti, prima che ognuno ritrovasse la sua via lungo l’itinerario della vita. Nella notte tiepida dell’inverno romano, un alito di fresco…non abbastanza per spegnere il calore nel cuore di Nadia: ardeva la consolazione di quel Dio in cui confidava e al quale si affidava e di questo figlio accanto, a mangiarsi un pezzo della solitudine di Notti Sante senza focolare, ne’ luce di sguardi amati. E avvampava la sua pelle, cresciuta al tocco della morsa gelida che vestiva la sua terra d’oriente di un candido mantello di ghiaccio e neve da scavare per cogliere l’acqua della speranza. La sete di quell’ acqua parlò lungo le strade asciutte, animate di passi e di luci:”Mi dà un bicchiere d’acqua, per favore?”. Le parole intrecciate, incollate, inciampavano nella sua lingua straniera…e tradirono la sua storia. Più freddo del vento del nord, la raggiunse lo sguardo dell’uomo dietro il bancone: “Vada via! Se ne vada!” “Ma perché? Ho chiesto solo un po’ d’acqua!” “Via! Via, ho detto!”. Dolente dolcezza nella voce pacata e sottile di Nadia che vibrava in parole smarrite:“Qui, a pochi passi da S. Pietro, nella notte in cui il bambino Gesù viene al mondo a portare il suo dono d’amore, lei rifiuta un po’ d’acqua a chi ha sete”. Le teste degli avventori intorno, chinate a coprire i pensieri sospesi in un istante muto…poi, chissà quale luce colorò quella dell’uomo che finalmente offriva il bicchiere: “Ecco! Beva!”…”No, grazie! Beva lei, adesso”…Sommessa la voce di Nadia… Poi uscì nella notte di luci bugiarde, a sorreggere con la dignità il peso dell’amarezza e delle lacrime.

Lungo le vie affollate di gente e deserte di cuori, c’è tanta sete d’amore. Auguri a noi, per un nuovo tempo di acqua abbondante per tutti:

“CHE POSSA PIOVERE!”.
Rita

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